
Vincenzo Agnetti (Milano, 14 settembre 1926 – Milano, 1º settembre 1981) è stato un artista italiano, antesignano, con Piero Manzoni, dell'arte concettuale italiana.
Vincenzo Agnetti si diploma all'Accademia di Brera e segue la scuola del Piccolo Teatro di Milano. Esordisce alla fine degli anni Cinquanta in ambito della pittura informale e della poesia. Collabora col gruppo Azimut (Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Piero Manzoni) e alla rivista Azimuth con la pubblicazione di Non commettere atti impuri. Nel 1962 si trasferisce in Argentina per lavorare nel campo dell'automazione elettronica. In quel periodo, chiamato dall'artista liquidazionismo o arte no (rifiuto di dipingere) spariscono le sue produzioni “pre-artistiche“. Nel 1967 tiene la prima personale (Principia) al Palazzo dei Diamanti a Ferrara. All'attività artistica affianca una intensa attività di saggista, scrittore e teorico.[1] Vincenzo Agnetti muore improvvisamente per emorragia cerebrale nel 1981, colto ancora nel pieno della sua attività.Tra i critici che hanno scritto di lui ricordiamo Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Bruno Corà, Maurizio Fagiolo, Paolo Fossati, Marco Meneguzzo, Daniela Palazzoli, Italo Tomassoni, Tommaso Trini e Giorgio Verzotti.
Poetica
Vincenzo Agnetti ha operato nell'ambito dell'arte concettuale, di cui è considerato, assieme a Piero Manzoni, uno dei protagonisti italiani. Inizia la sua attività come poeta. A partire dagli anni '60, attraverso l'uso di vari media (fotografie, performance, registrazioni vocali, testi a stampa, interventi grafici su oggetti, incisioni su lastre di bachelite nera e photo-graffie) ha definito i contorni di un concettualismo italiano che evade dal rigore tautologico e dall'aspetto asettico di molta arte concettuale, per esempio di provenienza americana. Il concettualismo di Agnetti si orienta verso forme, immagini e contenuti più personali, di matrice pessimistica e esistenzialistica, attraverso una analisi antropologica del linguaggio e a tratti esprimendo sensazioni di alienazione, afasia e incomunicabilità, ad esempio nella serie di opere Sei Villaggi Differenti (1974) o nella sua Autotelefonata(1972).
Opere
- Logiche permutabili (1967)
- La macchina drogata (1968)
- Apocalisse nel deserto (1969)
- Vobulazione e bioeloquenza (realizzato con Gianni Colombo)
- Trono (1970, realizzato con Paolo Scheggi)
- Lo Scriba (realizzato con Claudio Parmiggiani)
- Neg (1970)
- Libro dimenticato a memoria (1970)
- Feltri (1968-1971)
- Assiomi su bachelite (1968-1974)
- Progetto Panteistico 2, La Foglia (1972)
- Autotelefonata (1972)
- Spazio perduto e spazio costruito (1972)
- XIV-XX. Gli evangelisti (1972)
- Progetto per un Amleto politico (1973)
- Tempo azione (1973)
- Fotografie eseguite a mano libera (1974)
- Fotografie eseguite a occhio nudo (1974)
- I Ching (1976)
- Elisabetta d'Inghilterra (1976)
- Mass Media (1977)
- Quattro titoli: Surplace (1979-1980)
- Foto-graffie (1979-1981)
- Le quattro stagioni (Foto-graffia, 1980)
- Il suonatore di fiori (1981, opera incompiuta)